Normalmente, in questo spazio, siamo abituati a mostrare (e raccontare) una selezione dei nostri lavori.
Per una volta vogliamo parlare di noi; di noi, e della “casa” che ci rappresenterà.
D’altra parte, l’apertura della nuova sede-laboratorio di “Sposari Home”, a Milano, merita uno strappo alla regola.
Diceva Flaiano: «Credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere».
Parafrasando lo scrittore, anche un posto, un luogo, può avere la forza di sviluppare identico, intenso, impatto creativo.
Ecco spiegato il motivo per cui abbiamo accantonato la possibilità, pur concreta, di aprire un ufficio nel centro città, optando, invece, per una zona più periferica.
La decisione di operare lontano dalle zone più esclusive è frutto di una precisa scelta filosofica di Sposari Home, inquadrata nell’ottica di dialogare con la città.
Grazie (anche) alla nostra presenza, vorremmo creare, infatti, i presupposti per un percorso di “riscatto” delle aree decentrate; operare come una piccola torcia in grado d’illuminare contesti considerati, spesso a ragione, grigi e monotoni.
Siamo convinti che, al di là di ogni pregiudizio, nelle periferie possa albergare la bellezza. Quella, per intenderci, ancora da valorizzare, sostenere e incoraggiare.
Forti di questa posizione abbiamo quindi trasformato un vecchio negozio, in un punto di richiamo per la progettazione d’interni.
Siamo partiti sostituendo il pavimento preesistente in graniglia di marmo con uno in resina, moderno e innovativo, color grigio cemento, soluzione che corre lungo tutti i locali.
Le pareti sono state dipinte con identica tonalità di grigio, al fine di creare una scatola, uniforme e omogenea.
Puntando il riflettore su questi particolari, l’attenzione è rapita dai quattro diversi tipi di rivestimento utilizzati, sia a scopo decorativo sia espositivo, in cui spiccano le piastrelle in maiolica; le doghe in parquet di rovere spazzolato argento – 120 mm – dell’azienda Woodco; le lastre 80×80, cenere opaco, di Emilgroup modello “99 volte” e, infine, l’appariscente eleganza di un rasante cementizio.
Le porte a doppio battente (primi del ‘900), abbandonate in un cantiere dismesso, oltre a fornire un nuovo effetto decorativo stimolano l’originalità di arredare sfruttando il recupero e il riciclo degli oggetti.
I sanitari, Alice Ceramica “Hide collection”, dal forte effetto scenografico, dominano nel locale più intimo del laboratorio.
In sintesi, l’idea alla base della ristrutturazione è di creare un “computo metrico” visivo, capace di sostituire il limbo immateriale del cartaceo con qualcosa di concreto, realistico e più coinvolgente per il cliente, in cui far prevalere gli elementi sensoriali rispetto alla fredda teoria suggerita dalla “carta millimetrata”.
Al contrario, insomma, di quanto imparato da bambini, le regole nella sede-laboratorio di Sposari Home sono ribaltate e stravolte: “guardare e toccare” è la nuova traduzione del proverbio.
Grazie agli abbassamenti, intesi come asimmetrico gioco di altezze, anche il progetto illuminotecnico (gestito in domotica) assume particolare valore. I faretti incassati, firmati Panzeri, invisibili perché annegati nel cartongesso, lavano di luce calda le pareti decorate, accentuandone l’impatto visivo.
Tuttavia, è il fascino racchiuso nei dettagli a fare la differenza, soprattutto, nella scelta dei complementi d’arredo.
La lampada a stelo di Davide Groppi, appoggiata a terra (modello “Sampei” colore nero), illumina il tavolo ellittico disegnato da Eero Saarinen, e conferisce ipnotica bellezza allo spazio riunioni. Una soluzione che non crea contrasto, peraltro, con l’altro oggetto capace di esaltare l’impatto estetico del laboratorio: una lampada sospesa (modello “Moon”) sempre di Davide Groppi.
Attorno al tavolo principale fanno bella mostra di sé sei sedie cromate “Le Corbusier”, in cuoio nero, che, al pari di un esercito schierato, proteggono un ripiano da lavoro dei primi del ‘900 che dà asilo a materiali, campionari, cataloghi e riviste, alimentando, così, il fascino d’altri tempi emanato dalle vecchie botteghe.
Appena varcata la soglia, sulla sinistra rispetto all’ingresso, una boiserie su misura di manifattura artigianale – laccata grigia -, ospita un monitor, visibile anche dall’esterno, utilizzato per trasmettere in loop immagini delle migliori produzioni firmate “Sposari Home”. Caratterizza l’ambiente, rilanciandone luce e prospettiva, un imponente specchio con frame in pelle bianca (modello “Birk”) prodotto dall’azienda Meridiani.
Tutti i mobili di servizio sono prodotti da artigiani brianzoli in diverse finiture (laminato, laccato opaco e lucido).
Questo tipo di arredamento è stato inserito intenzionalmente allo scopo sia di accompagnare il cliente verso un percorso di scelta consapevole sia per rispondere più velocemente alla curiosità del cliente stesso.
Negli spazi di via Stelvio, in cui simbolicamente si fondono tradizione e modernità, ingegno e innovazione, è racchiuso, dunque, l’ambizioso significato del modo di abitare che cambia.
Un laboratorio, insomma, rivolto al futuro, eppure scrigno prezioso di sogni ed emozioni; un progetto verticale capace, per dirla con Bachelard, di tenere “i piedi saldi a terra, ma la testa nel cielo”. Della creatività.