Odissea nel salotto

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Molto spesso abbiamo sognato di celebrare grazie al nostro lavoro, e appena ci fosse capitata l’occasione, l’opera di un grande maestro del cinema sfruttando, attraverso un’innovativa idea d’arredamento, la bellezza di alcune intramontabili scenografie fissate nel tempo e nella memoria.

Ci siamo posti alcune domande: se la scenografia rappresenta un ingrediente irrinunciabile all’interno dell’opera cinematografica, lo sarebbe anche in altra soluzione, per esempio al di fuori del set, senza perdere però la stessa verosimiglianza narrativa? Potrebbe, insomma, un living liberamente ispirato dalla scena finale di “2001: Odissea nello spazio”, di cui corre il cinquantennale, trovare identica dignità in un contesto familiare? La risposta affermativa ha scandito i passaggi del progetto di questa villetta in cui “Sposari
Home”, influenzata dall’opera di Kubrick, ha cercato di ricreare, “rubando” sensazioni e atmosfere, quell’estetica del muto organizzata molto spesso attraverso l’utilizzo delle tonalità neutre, bianche (in contrapposizione al nero), tanto care all’Odissea. Abbiamo, dunque, provato a fissare su carta una nostra idea di “Discovery”.

Ampia esasperazione del sogno, dell’esplorazione fantastica e dei contrasti. Partendo da questo presupposto è stato mutato l’aspetto della casa, o meglio, di una sua parte, facendo emergere gli effetti del cambiamento, come indicato nel film, senza l’utilizzo di ossa primordiali, scimmie e computer dalla spiccata sensibilità, ma semplicemente con precise scelte progettuali.
Il tema è il bianco, simbolo della purezza e della trascendenza, riassunto nelle boiserie artigianali (h. 120 cm con effetto pannellatura), anche contenitive, che recintano senzasoluzione di continuità l’intero salone. Le linee richiamano il bianco e il burro anche per esaltare l’identico senso di pulizia, eleganza e luce ammirato nella scena finale del film, poco prima di essere introdotti nella “nuova era”.

Il gioco surreale nato dall’ambizione di ritrovare il gusto antico della suite settecentesca, tuttavia macchiata da “aliene” presenze moderne, è amplificato dall’importanza delle sedie griffate Valmori, dalle avveniristiche lampade Giustiportos, dalla specchiera in pasta di legno intarsiata di Spini e dalle poltrone Modà, poste davanti al camino.
Tuttavia, il punto di forza del progetto è rappresentato dalla nicchia (che richiama, personalizzandole in chiave sicuramente ardita, le pareti affrescate della navicella spaziale), valorizzata a tal punto da trasformarsi, simbolicamente, in un enorme quadro. Le ante, trasparenti, in vetro, quadrate e laccate, con vani a giorno esaltati dai punti luce, nobilitano pure la carta da parati (con disegni in rilievo) capace di fondersi armonicamente con lo sfondo bianco del soggiorno. Se il film di Kubrick, interrompendosi seccamente, ci ammonisce sull’incertezza del futuro, il nostro intento è stato quello, invece, di prestare maggiore attenzione all’aspetto fiabesco dell’opera potenziandone, con la nostra interpretazione progettuale, il carattere fortemente mitologico, allo scopo di donare al living una speranza di immortalità creativa.

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