Lo chalet protetto dal bosco

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Tutto è magico in questa “piccola casa nel bosco”.

Lo è la vista mozzafiato sulle Prealpi lombarde, lo sono i quattro ettari di bosco (un misto tra abeti e castagni) che circondano lo chalet e, nondimeno, le visite di volpi e giovani cerbiatti per nulla intimoriti dalla presenza dell’uomo.
Recupero e memoria. Ordine e bellezza. Luce, sogno e un profumo di…Provenza sono gli ingredienti alla base della ristrutturazione eseguita dallo staff “Sposari Home” in alta Valsassina.

Proviamo, ora, a immergerci nella fiaba, nel racconto fantastico dedicato a una vecchia stalla, una Cenerentola poco rispettata dal tempo, trasformata grazie alla cura del nuovo progetto in una baita cui è stata riconsegnata dignità e incanto.

L’intervento, ispirandosi alla natura e ai suoi colori cangianti, ha voluto idealmente trasferire il bosco all’interno della struttura grazie alla presenza di tronchi di abete e castagno, puliti e sagomati, con funzioni di parapetto (nella parte soppalcata), di corrimano che protegge un’importante scala e di cornice per un grande camino posto nella zona relax.

Il legno non va considerato, però, l’unico protagonista.

In questa narrazione dialoga e si fonde con la pietra, esaltata, dove possibile, dal progetto.
All’interno dello chalet, quest’ultima, gioca e contrasta con i colori: presenze di tessuti verdi, fucsia, lilla e rossi richiamano la scenografia esterna, capace di trasformare l’intera struttura in un bouquet di fiori.
Tutto l’arredamento è caratterizzato dalla scelta di privilegiare materiali di recupero, alcuni riverniciati in bianco, allo scopo di conferire all’ambiente maggiore luminosità.

Una soluzione che ha coinvolto, per una maggiore uniformità degli ambienti, sia i muri sia il tetto (anch’esso bianco, a poro aperto, per esaltare le venature del legno).

Eppure, è varcando la porta d’ingresso che si percepisce immediatamente la carezza fornita dalla luce, intensa, e diffusa in tutto il soggiorno-sala da pranzo, impreziosito dalla presenza di un camino, di un divano oltre che di una scala a chiocciola, in stile Liberty, necessaria per unire i due livelli dello chalet.

Nella parte inferiore, infatti, trovano sfogo la cucina, in cui fa bella mostra una stufa in ghisa d’epoca e il bagno.

Sopra l’ingresso è stata ricavata (grazie a un soppalco) la stanza da letto padronale realizzata con tronchi di legno, a sezione circolare, che fungono da putrelle.
La sensazione di luminosità della casa è enfatizzata dalla presenza di pavimenti realizzati con assi di castagno volutamente sbiancate.

In questo contesto teso a preservare la storia, il ricordo e l’anima del rudere, l’arredamento è stato pensato recuperando vecchi mobili e complementi d’arredo perlopiù in legno.

Come, per esempio, le vecchie porte di un fienile, delle logore persiane, oppure uno slittino d’epoca che, appesi alle pareti del living, mutano la propria identità per conferire un sapore originale, rustico e antico all’intero l’ambiente trasformandosi in complementi d’arredo.

Tuttavia, il vero elemento magico (filo rosso che tratteggia il nostro racconto) è rappresentato dalla veranda.

Ora le parole non bastano più. Ai lettori è richiesto un piccolo sforzo, magari con il supporto della  galleria fotografica.

Immaginatevi comodamente seduti durante un tramonto d’estate quando il caldo placa la sua morsa per lasciare spazio all’aria più fresca.

I monti, alle vostre spalle, sono sentinelle vigili. Davanti, invece, come un esercito inquadrato, si staglia immenso il bosco, topos letterario per antonomasia, accompagnato dal silenzio che simbolicamente lo caratterizza.

Per dirla con Dino Buzzati “…il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi, non comparabile con nessun altro al mondo e che pochissimi uomini hanno udito”.

Forse, attraverso la veranda, non vi abbiamo raccontato una storia ma semplicemente proposto una realtà diversa, dimenticata, in cui fermare il tempo che inghiotte, senza pause, la vita.
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