Il desiderio di creare sprigiona in me mille emozioni d’arredo
Come si manifestano quelle che io chiamo “emozioni d’arredo”?
Spiegarlo non è facile, perché l’approccio che intrattengo con un’idea, un progetto è, di solito, personale, intimo, astratto ed emotivo. Per provare a illustrarlo prendo, in prestito, le parole di Vittorio Gregotti: «Non credo si possa parlare di progetto senza parlare di desiderio. Il progetto è il modo con cui tentiamo di mettere in atto la soddisfazione di un nostro desiderio». D’altra parte progettare, per me, non è altro che la più alta forma di piacere.
Ai miei occhi, schizzi e disegni, appaiono nella mente come incantesimi, giochi di prestigio capaci di rendere visibile l’invisibile creando stupore. Sono spettacoli teatrali, esibizioni, recital ogni volta diversi in cui provo a evocare stupore e meraviglia. In estrema sintesi, il mio ruolo si traduce nell’attitudine a plasmare e dare forma a quelle che amo definire emozioni d’arredo. In questo favoloso “svago” di creatività, alterno istinto e illusione senza dimenticare l’importanza di non disperdere mai la storicità propria dei luoghi che scatenano il mio ingegno. Lo scorrere del tempo (mi riferisco, per esempio, al riutilizzo di arredi e complementi cui la committenza non vuol rinunciare poiché simbolo di un’identità, una storia, da tramandare) è un processo che ha innescato dibattiti interessanti anche nella storia dell’arte; basti pensare al Futurismo che il tempo voleva rapire oppure la Metafisica in cui, invece, l’opera sembra congelata, immota, in istanti cristallizzati.
Soddisfare il cliente dando forma alle emozioni d’arredo
Ed è grazie a quest’ininterrotta cognizione creativa e voglia di sperimentare che riesco a far dialogare tra sé materiali diversi, decorazioni, arredi moderni oppure recuperati, firme e “no name”. Il ruolo dell’arredatore (e le regole che ne tratteggiano la professione), infine, è pure un invito, una sfida continua, al confronto con le contaminazioni. I miei concept, al di là dell’intrinseca ambizione volta a soddisfare il cliente, si reggono frequentemente sulla convivenza con stili molto lontani dalle mode suggerite dalla “narrativa” contemporanea. Solo in questo modo posso sprigionare la creatività e realizzare, così, qualcosa di nuovo, autentico, fresco e vivace dandomi la possibilità di progettare sogni ed emozioni d’arredo.