Consulente d’arredo: massima professionalità alla base dei risultati
Per un consulente d’arredo è fondamentale la cura del dettaglio
Il consulente d’arredo rappresenta, per un architetto, uno dei ruoli più complicati da interpretare. Clienti sempre diversi (anche da un punto di vista caratteriale), con gusti distanti gli uni dagli altri, cui, però, rimane indispensabile offrire il migliore risultato in termini di professionalità. Si tratta di una pretesa legittima da parte della committenza che, ormai, segue con attenzione tutte le fasi del lavoro: dalla metodologia progettuale, in cui prende corpo la “fisicità” della materia, fino alla fornitura d’arredo.
Pure la scelta del singolo complemento, e financo la direzione lavori sul cantiere, sono oggetto di attenta valutazione. Molto spesso, infatti, è proprio la cura del dettaglio la leva indispensabile con cui, il consulente d’arredo, fa breccia nel cuore del cliente.
Tuttavia, non va trascurato un particolare: la veste del consulente d’arredo, rispetto a vent’anni fa (quando ho iniziato la mia carriera professionale), assume, oggi, contorni completamente diversi.
Impossibile improvvisarsi consulente d’arredo
Esperienza, conoscenza del mercato, dei materiali, delle più moderne tecniche di progettazione, dell’impiantistica, delle costruzioni e delle diverse forniture d’arredo sono vincoli imprescindibili per chi opera con serietà in questo settore. Condizione che, per fortuna, limita gli spazi d’intervento a figure improvvisate, se non addirittura amatoriali.
Non è un mistero, altresì, la netta evoluzione subita dai clienti nel corso degli anni.
Sempre più progrediti ed esigenti, non si fermano, intimoriti, di fronte ai consigli del consulente d’arredo, ma discutono, si confrontano e valutano con maggiore competenza.
All’interior, dunque, spetta la responsabilità, pur sempre affascinante, di cancellare ogni dubbio creativo, obbligandolo a tradurre i sogni in realtà. Come? Sfruttando, al massimo, il bagaglio delle proprie conoscenze. Il passo di un libro, la sequenza di un film, una vecchia fotografia, un ricordo d’infanzia, una canzone, un profumo; sono tutte opzioni valide per la pianificazione di un concept.
E così, un’immagine inizialmente sfocata, può, in breve tempo, colonizzare la mente di un interior designer e assumere, come d’incanto, contorni netti e definiti.
Il consulente d’arredo tratteggia l’eccezionalità di ogni idea
In sintesi, grazie all’immaginazione, il consulente d’arredo è in grado di raccontare l’eccezionalità e l’unicità che alberga in ogni idea, mantenendo, però, fermi alcuni paletti: pragmatismo nelle scelte, soluzioni di oggettiva eleganza e personalizzazione del progetto seguendo i confini imposti dalle esigenze del cliente.
D’altra parte, un professionista deve saper ascoltare e immagazzinare informazioni, ma, alla fine, anche essere in grado di scegliere senza indugi, sbarazzandosi dei vincoli in grado di limitarne la creatività.