Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, considera il cimitero Monumentale «il poema epico della città, il luogo che meglio di ogni altro sintetizza e spiega il valore del nostro essere Milano». Inaugurato il 2 novembre 1866, su progetto da Carlo Maciachini, il Monumentale è reputato unanimemente un museo a cielo aperto capace di fondere in sé diversi stili architettonici: dal gotico al romanico finanche al bizantino.
Qui sono custoditi i capolavori realizzati dai principali artisti e architetti italiani tra la metà dell’Ottocento e i giorni nostri, da Adolfo Wildt a Medardo Rosso fino a Lucio Fontana.
Si tratta di meravigliose opere d’arte funeraria cui va il ringraziamento dei milanesi poiché, con la loro solenne testimonianza, hanno saputo avvicinare l’anima degli “inquilini” al cuore di tutti i visitatori.
Nelle adiacenze di quest’ovattata realtà si trova l’appartamento (di circa 150 mq.) che la committenza ha chiesto a “Sposari Home” di ripensare con un taglio essenziale, quasi minimalista, dal forte sapore nordico da armonizzare attraverso l’uso di colori asettici, neutri: tonalità di grigi e azzurri cerulei.
L’ispirazione del progetto nasce dunque dall’esigenza di liberare le geometrie dal peso degli arredi giocando, come richiesto, su atmosfere di stampo scandinavo. Un decisivo contributo è stato fornito dagli elementi di falegnameria presenti nella zona living, con binari annegati nel cartongesso e dalla libreria a tutta altezza (270 cm), un oggetto che più di ogni altro, con i suoi indizi sospesi, racconta di noi e del nostro vissuto. Anche i bagni rientrano nei canoni dell’essenzialità d’arredo: completa assenza di rivestimenti per ampliare lo spazio, una scelta tesa a conferire luce ed eleganza all’ambiente sfruttando la presenza a terra del rovere sbiancato.
Parliamo, dunque, di un locale non più periferico e intimo all’interno dell’appartamento, ma di una vera e propria “sala da bagno” dalle forme lineari e dall’estetica contemporanea. Alla regola minimalista non sono sfuggite nemmeno le applique, “dimerabili” in tutti i vani, per adeguare le diverse esigenze d’illuminazione agli ambienti; luce più omogenea per il dining, più soffusa e modulata per gli ambiti dedicati al relax, come il soggiorno.
In questa nicchia della comodità spiccano, con autorevolezza, le uniche macchie di colore della casa: una poltrona dal gusto vintage e un quadro astratto, a parete, posto sopra la madia sospesa. Si tratta di uno shock cromatico concepito per contrastare il concetto di “scatola vuota”, neutra, con cui sono state progettate tutte le stanze.
L’essenzialità di linguaggio dell’appartamento, almeno così ci piace pensarlo, si lega idealmente alle opere presenti al Monumentale con cui abbiamo iniziato il nostro racconto, anch’esse, spesso, rigorose, asciutte, minimali e fredde. Un nuovo modo per contribuire a indagare il complesso rapporto esistente tra l’Eros, raffigurato dalla casa, e il Thanatos simboleggiato dal luogo di riposo per eccellenza.
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